Trentenni disperati
Da quando ho aggiunto l'indirizzo email a questo blog arrivano lettere come questa: "Egregio giornalista, le scrivo per raccontarle la mia situazione, cominciando dalla fine: sono un trentenne disperato. Si metta nei miei panni, per acquistare casa qui a Trento città, calcolatrice alla mano, dovrei mettere assieme le mie paghe nette di vent'anni. Calcolando che nel frattempo mi resterebbe la necessità di mangiare, vestirmi e pagare qualche spesa, dovremmo aumentare il tempo del 50 per cento almeno. E fanno trenta. Insomma solo a sessant'anni, se tutto fila liscio, potrò rilassarmi senza debiti rassegnato a lavorare i 5 anni che mi restano per l'ipotetica pensione.
Ma non abbiamo calcolato l'auto che - non è un capriccio - mi serve ogni mattina per andare a lavorare. Non sono uno di grandi pretese mi accontento quindi di una vecchia utilitaria: basta che cammini. Inoltre sono un tipo attento, mai causato incidenti, ma vado in giro con il rosario sul cruscotto, pregando che nessuno mi venga addosso perché in quel caso l'assicurazione mi risarcirebbe l'intero valore del veicolo, quindi niente, e mi ritroverei a piedi.
Per gli altri acquisti posso contare sulle rate: compro oggi, inizio a pagare tra due anni. Tra frigorifero, lavatrice, televisore e personal computer ho perso il conto di quanti elettrodomestici dovrò iniziare a pagare nel 2008, quando - chissà - a causa della rivoluzione tecnologica saranno diventati vecchi e bisognerà sostituirli. Il telefonino è un'altra batosta, ma se voglio restare a galla in questo mondo devo averlo sempre in tasca.
La vita di noi poveracci è dura, ma per me è ancora più complicata: primo perché ho impiegato i miei anni migliori a laurearmi e quando incontro i miei compagni di classe, quelli che dopo le medie hanno iniziato a fare gli artigiani, incrocio il loro sguardo e mi pare di essere preso in giro (ma sono un tipo ansioso, forse mi sbaglio); secondo perché mia moglie comincia a fare discorsi strani, tipo quello sull'orologio biologico che segna l'ora di far figli. Forse sposare una coetanea è stato un errore o forse l'errore è stato quello di sposarsi, ma ci sono problemi oggettivi, tipo che a casa nostra - l'unica che ci possiamo permettere - per i figli non c'è posto. E poi l'asilo nido, perché il Comune sa che siamo poveri ma non abbastanza da evitare una retta mensile di 400 euro. Così quando a mia moglie vengono queste idee strane, penso a mio padre e mi dico: non sono pronto.
Non riesco a reggere il confronto con quell'uomo d'altri tempi che tutti chiamavano dottore, anche se era solo un ragioniere. Con il suo stipendio da impiegato (non era mica capoufficio) poteva permettersi di lasciare la moglie a casa a "far mestieri", così quando rientrava la sera si metteva davanti alla tivù a guardare il telegiornale o la partita di pallone e se qualcuno fiatava lui urlava: zitti L'estate tutti in ferie per un mese, il sabato e la domenica nella nostra casa a Candriai mentre in città noi fratelli avevamo una camera tutta per noi. Ricordo ancora quella sera che i miei genitori stapparono una bottiglia di spumante perché avevano finito di pagare il mutuo: avevano più o meno quarant'anni. Ora che è in pensione, mio padre, guadagna come me e mia moglie messi insieme e se la spassa in giro per il mondo infilando uno dietro l'altro una serie di viaggi che noi non ci possiamo permettere. E il dramma è che al ritorno ci fa vedere i suoi video e le sue fotografie. Potremmo anche chiederli a lui, i soldi che ci servono per mettere su casa, visto che in banca quando vedono i nostri contratti che scadono ogni anno non sembrano intenzionati a darci ascolto. Ma fatico a digerire l'espressione con cui ci guarda, noi giovani d'oggi, come per dire: poche storie, noi sì che ce l'abbiamo avuta dura. In quei momenti, caro giornalista, mi scopro sempre più spesso a domandarmi: ma cos'abbiamo noi trentenni del Duemila in meno dei nostri genitori?".
Ma non abbiamo calcolato l'auto che - non è un capriccio - mi serve ogni mattina per andare a lavorare. Non sono uno di grandi pretese mi accontento quindi di una vecchia utilitaria: basta che cammini. Inoltre sono un tipo attento, mai causato incidenti, ma vado in giro con il rosario sul cruscotto, pregando che nessuno mi venga addosso perché in quel caso l'assicurazione mi risarcirebbe l'intero valore del veicolo, quindi niente, e mi ritroverei a piedi.
Per gli altri acquisti posso contare sulle rate: compro oggi, inizio a pagare tra due anni. Tra frigorifero, lavatrice, televisore e personal computer ho perso il conto di quanti elettrodomestici dovrò iniziare a pagare nel 2008, quando - chissà - a causa della rivoluzione tecnologica saranno diventati vecchi e bisognerà sostituirli. Il telefonino è un'altra batosta, ma se voglio restare a galla in questo mondo devo averlo sempre in tasca.
La vita di noi poveracci è dura, ma per me è ancora più complicata: primo perché ho impiegato i miei anni migliori a laurearmi e quando incontro i miei compagni di classe, quelli che dopo le medie hanno iniziato a fare gli artigiani, incrocio il loro sguardo e mi pare di essere preso in giro (ma sono un tipo ansioso, forse mi sbaglio); secondo perché mia moglie comincia a fare discorsi strani, tipo quello sull'orologio biologico che segna l'ora di far figli. Forse sposare una coetanea è stato un errore o forse l'errore è stato quello di sposarsi, ma ci sono problemi oggettivi, tipo che a casa nostra - l'unica che ci possiamo permettere - per i figli non c'è posto. E poi l'asilo nido, perché il Comune sa che siamo poveri ma non abbastanza da evitare una retta mensile di 400 euro. Così quando a mia moglie vengono queste idee strane, penso a mio padre e mi dico: non sono pronto.
Non riesco a reggere il confronto con quell'uomo d'altri tempi che tutti chiamavano dottore, anche se era solo un ragioniere. Con il suo stipendio da impiegato (non era mica capoufficio) poteva permettersi di lasciare la moglie a casa a "far mestieri", così quando rientrava la sera si metteva davanti alla tivù a guardare il telegiornale o la partita di pallone e se qualcuno fiatava lui urlava: zitti L'estate tutti in ferie per un mese, il sabato e la domenica nella nostra casa a Candriai mentre in città noi fratelli avevamo una camera tutta per noi. Ricordo ancora quella sera che i miei genitori stapparono una bottiglia di spumante perché avevano finito di pagare il mutuo: avevano più o meno quarant'anni. Ora che è in pensione, mio padre, guadagna come me e mia moglie messi insieme e se la spassa in giro per il mondo infilando uno dietro l'altro una serie di viaggi che noi non ci possiamo permettere. E il dramma è che al ritorno ci fa vedere i suoi video e le sue fotografie. Potremmo anche chiederli a lui, i soldi che ci servono per mettere su casa, visto che in banca quando vedono i nostri contratti che scadono ogni anno non sembrano intenzionati a darci ascolto. Ma fatico a digerire l'espressione con cui ci guarda, noi giovani d'oggi, come per dire: poche storie, noi sì che ce l'abbiamo avuta dura. In quei momenti, caro giornalista, mi scopro sempre più spesso a domandarmi: ma cos'abbiamo noi trentenni del Duemila in meno dei nostri genitori?".
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23 Comments:
Purtroppo, c'ha ragione...
By Anonimo, at 8/1/07 11:06
Ho trentuno anni, sono una Lavoratrice Socialmente utile, sono laureata in giurisprudenza e sono collocata presso il mio comune di residenza.
Il mio assegno di sussidio è di 490,00 euro al mese, all'interno del Comune svolgo mansioni di ogni genere e io una pensione non l'avro mai!!
Saluti
By Anonimo, at 2/2/07 09:46
Ho 30 anni e la vita è durissima. E' una vergogna che la nostra generazione venga calpestata in questo modo, ma la colpa è anche nostra che non facciamo nulla e non protestiamo e stiamo zitti. Riprendiamo coraggio e riprendiamo il nostro futuro!
By Anonimo, at 2/2/07 10:06
Nel calderone ci siamo anche noi giornalisti! Raccontiamo le disgrazie altrui e le capiamo sì, perché sono anche le nostre. O almeno di tanti di noi.
Ciao
By Anonimo, at 2/2/07 10:18
E comunque: non vorrei essere nei panni di un ventenne!
By Trentenne, at 2/2/07 11:23
Trentenne, con due lavori e un tirocino post laurea, se Dio vuole, a un mese dal finire. Ovviamente i lavori sono o a progetto o a tempo determinato. Grazie della tenera eredità. Regà tutti all'estero.
By Anonimo, at 2/2/07 18:40
Trentenne, con due lavori e un tirocino post laurea, se Dio vuole, a un mese dal finire. Ovviamente i lavori sono o a progetto o a tempo determinato. Grazie della tenera eredità. Regà tutti all'estero.
By Anonimo, at 2/2/07 18:41
Noi 30enni del 2000 abbiamo molto meno possibilita' di quante ne avevano i nostri "vecchi" ... ai loro tempi mettere su bottega era possibile, adesso solo i temerari ci provano, e il piu' delle volte falliscono nell'impresa. Meglio il posto fisso. Inoltre, noi 30enni abbiamo tutto (tecnologia, servizi, et similia) e non lo sappiamo/volgiamo usare.
Io ci provo a portare avanti l'azienda che ha messo in piedi mio padre...ed e' davvero difficile farlo come lo faceva (e lo sta ancora facendo) lui. Ma ci provo.
By Paolo Slanzi, at 2/2/07 22:49
nel leggere tutto cio' l'ansia per il futur dei miei tre figli, che quotidianamente tento di tenere controllta, nuovamente sale in modo vertiginoso... ed io che sono una di quelle madri che vorrebbe vederli uscire di casa presto mi chiedo come cavolo potranno fare!
Il problema è che pure io ormai superata la soglia dei 45, e che per seguirli nei primi anni dell'infanzia mi sono licenziata tre volte, credo dovro' lavorare ancora per decenni visto che con il nuovo sistema pensionistico al massimo, se tutto andra' bene si e no ptrei continuare a pagare la rata del mutuo... o forse no?
By Anonimo, at 3/2/07 00:42
Hai perfettamente ragione. Anche se non sei in una situazione disperata, e' vero che le possibilita' dei trentenni di adesso e peggio dei quarantenni sono di molto peggiori di quelle dei nostri genitori.
Un tempo i contratti di lavoro, anche del lavoro in fabbrica, erano molto piu vantaggiosi di adesso anche se sei laureato, in piu' le case costavano molto molto molto molto molto meno.
Loro non ci credono. Ho sentito alcuni di questi pensionati, dire che loro con tutti i contributi che hanno pagato...ma non vogliono capire o fanno finta che quello che hanno pagato e' molto meno di quello che hanno ricevuto.
Quello che fa' ancora piu' rabbia e' che sono convinti di aver fatto tutto loro. E intanto si sbattono le badanti e fanno ancora qualche lavoretto in nero. Ma loro sono i migliori, loro pensano.
Non si puo' avere figli, e' vero.
By mammamia!, at 10/2/07 02:57
Quasi 30 anni. Marito di una donna magnifica, un lavoro che non si sa in cosa consista (ma lo svolgo al meglio), un auto, un affitto. Eppure dentro “mi rugge” qualcosa… Trentenni biliosi ed anche un po'insonni, avvertite anche voi questo rancoroso, sopito e forse violento rimescolio???
http://cinicamente30enni.blogspot.com/
By Daniele Lombardini, at 12/3/07 16:33
Ho 25 anni, e quando sento voi trentenni parlare mi vien voglia di suicidarmi........
1) Come si fa a trentanni dire che si è vecchi quando la maggior parte di voi è ancora visibilmente giovane.... mah
2)Dite di essere vecchi e poi molti di voi fanno + o meno le stesse cose di un 20-25enne.....fatele e non rompete i colgioni.
3)Se non c'è la possibilità ragazzi miei.........non vi complicate la vita sposandovi e facendo figli....e questo non vale solo per voi.....mi spiace ma se la realtà non lo consente, non complicatevi la vita...gotetevela infondo siete ancora giovani..
4) Spero che quando avrò superato i trenta di non essere rincoglionito come voi...e di fare i vostri discorsi...altrimenti mi impicco....
By Anonimo, at 25/4/07 02:26
I nostri problemi sono causati da un cosa: le risorse consumate da quelli nati nel dopo guerra: si stanno prendendo i soldi delle nostre future pensioni, ci vendono case minuscole a prezzi altissimi e con il ricavato comprano altre case da affittarci a 1000 euro al mese, non mollano i loro posti dirigenziali nella politica e nell'economia e talvolta hanno anche la sfacciataggine di voler metter mano ai nostri problemi. Se proviamo a fare manifestazioni per i nostri diritti ci trattano da pivelli perchè hanno anche il monopolio sulla ribellione essendo loro dei sessantottini. Se provi a inventare qualcosa di nuovo ti viene bocciata perchè il nuovo comunque deve sempre venire dall'America, perchè è sempre stato così, punto. L'unica cosa da fare è una: autodeterminarsi, ribellarsi urlare e rompere i coglioni quando non ti danno l'aumento, denunciarli quando non ti vogliono fare il contratto d'affitto legale, rivendicare i diritti di vivere una vita come hanno fatto loro e più di loro.
Ma queste cose le dobbiamo fare tutti insieme. Siamo più giovani più colti più in salute e il MONDO E' NOSTRO. Affanculo i bacucchi di ottant'anni a fare i dirigenti Telecom che non sanno nemmeno accendere un PC, Affanculo i settantenni capi di governo che si proteggono solo l'orticello, affanculo i Notai che per scrivere quattro minchiate (con la macchina da scrivere) vogliono 3000 euro, la BCE che da un'anno all'altro alza i tassi e ti aumenta il mutuo di 140 euro al mese.
Ribellarsi e basta.
By Anonimo, at 5/5/07 15:21
Mi spaice lasciare un'opinione così cruenta ma devo, fioi!!Mio padre ha cominciato a guadagnare a 35 anni, io ne ho 27, ho scelto un lavoro che mi permetto un bel guadagno e anche durevole, bisogna anche farsifurbi. Per fortuna a me qst lavoro piace.
Poi qll più vecchi hanno sollevato l'italia ragazzi, inutile dire d no, senza la loro tenacia saremmo nulla. Ed è questa che a noi manca, forse perchè non abbiamo mai patito la fame.
By marzy, at 21/6/07 13:13
scusa Marzy, per curiosità, che lavoro fai? e soprattutto cosa intendi per guadagnare bene?
Chi ha sollevato l'Italia sono stati alcuni ottimi ingegneri che nel dopoguerra non avevano bisogno di andare all'estero per farsi valere, essendo tra i pochissimi laureati e che potevano permettersi di parlare di "spirito imprenditoriale". Alle loro aziende negli anni 60 e 70 non c'era nemmeno bisogno del curriculum: ti guardavano in faccia, se avevi 2 mani e 2 piedi ti mettevano a lavorare su una macchina: assumevano, e questi assunti col tempo sono diventati esperti tecnici e macchinisti. Non erano dei geni, erano persone molto più semplici e a volte più stupide di noi oggi (basta conoscerle per capire).
30 anni. Da parte mia ho lavorato in pubblicità come agente, sono arrivato a stipendi medi di 2500 euro. Mi faceva tanto cagare che comunque ho cambiato. Ora prendo poco più di 1000 euro con un lavoro temporaneo del cazzo mentre nel frattempo inseguo un mio altro sogno. Questa - zio caro - si chiama fatica e sacrificio e pazienza e coraggio, non come prima, quando ti davano in prima battuta posti sicuri con ferie pagate (ora lavorano tutti anche in agosto), malattie alla cazzo, pensioni dopo 20 anni, tassi d'interesse ottimi, buoni del tesoro che con 50000 lire poi centuplicano, bot e cct che valeva (allora sì) la pena farli...mancavano solo i pompini e le puttane gratis. I vecchi di oggi non hanno niente da insegnarmi, non sanno nulla dei meccanismi moderni del lavoro, e infatti personalmente, non mi hanno insegnato esattamente nulla. Mi hanno dato i soldi per studiare: potevano fare quello, e quello hanno fatto.
Andrea
By Anonimo, at 3/7/07 17:46
ciao io i trenta li ho già passati in effetti ne ho quaranta,ho letto i vostri commenti e vi comprendo benissimo, io anche se a scuola ero un bravo studente, detto anche dai maestri non sono andato oltre alla scuola obbligatoria; praticamente ho la terza media, a quel tempo non era tanto diffusa la mentalita di andare oltre, sopratutto abitando in paesi di tremila abitanti, e si sa a quell'età non si e molto consapevoli delle proprie scelte, infatti avuta la promozione ho chiesto a mio padre il motorino,tengo a precisare che ero già tra i ragazzi fortunati infatti mio padre era un commerciante, praticamente aveva una sua attivita, pero quando alla fine della scuola "3° media" gli ho chiesto il motorino e stato molto esplicito:ho la scuola o il motorino, ed io senza ombra di dubbio ho scelto il motorino, ancora adesso rimpiango quella scelta, da li il lavoro, subito mi sembrava di stare in cima al mondo,ora che sono passati 26 anni da allora e mi ritrovo a timbrare il cartellino ogni giorno e a pagare l'affitto perche non ho mai avuto il ciraggio di impegnarmi in quei mutui che a parere mio sono come avere le catene hai piedi, mi ritrovo con niente, avere tanto lavorato e tanto da lavorare senza avere niente, qualche volta mi chiedo ma cosa abbiamo fatto di male per meritare questo quando vedo che a ribare di più e il nostro governo, e poi quella pensione che a chi come me lavora da quando avevo quattordici anni e non so mai con una certa precisione quando sarà il mio turno, se mai arrivera, impegnarmi adesso con un mutuo di ventanni per avere un tetto da cui nessuno mi puo cacciare, sto seriamente pensando che ad essere onesti nella vita non sia più la cosa giusta. vorrei che i nostri politici provassero di persona certe situazioni, e non si facessero tanti problemi quando si tratta di come dividere qualche manciata di soldi che si trovano in più tra le casse del governo (tesoretto).
By lucio, at 11/8/07 03:59
ciao io i trenta li ho già passati in effetti ne ho quaranta,ho letto i vostri commenti e vi comprendo benissimo, io anche se a scuola ero un bravo studente, detto anche dai maestri non sono andato oltre alla scuola obbligatoria; praticamente ho la terza media, a quel tempo non era tanto diffusa la mentalita di andare oltre, sopratutto abitando in paesi di tremila abitanti, e si sa a quell'età non si e molto consapevoli delle proprie scelte, infatti avuta la promozione ho chiesto a mio padre il motorino,tengo a precisare che ero già tra i ragazzi fortunati infatti mio padre era un commerciante, praticamente aveva una sua attivita, pero quando alla fine della scuola "3° media" gli ho chiesto il motorino e stato molto esplicito:ho la scuola o il motorino, ed io senza ombra di dubbio ho scelto il motorino, ancora adesso rimpiango quella scelta, da li il lavoro, subito mi sembrava di stare in cima al mondo,ora che sono passati 26 anni da allora e mi ritrovo a timbrare il cartellino ogni giorno e a pagare l'affitto perche non ho mai avuto il ciraggio di impegnarmi in quei mutui che a parere mio sono come avere le catene hai piedi, mi ritrovo con niente, avere tanto lavorato e tanto da lavorare senza avere niente, qualche volta mi chiedo ma cosa abbiamo fatto di male per meritare questo quando vedo che a ribare di più e il nostro governo, e poi quella pensione che a chi come me lavora da quando avevo quattordici anni e non so mai con una certa precisione quando sarà il mio turno, se mai arrivera, impegnarmi adesso con un mutuo di ventanni per avere un tetto da cui nessuno mi puo cacciare, sto seriamente pensando che ad essere onesti nella vita non sia più la cosa giusta. vorrei che i nostri politici provassero di persona certe situazioni, e non si facessero tanti problemi quando si tratta di come dividere qualche manciata di soldi che si trovano in più tra le casse del governo (tesoretto).
By lucio, at 11/8/07 03:59
da quello che vediamo la "disperazione" si propaga a macchia d'olio... A mio giudizio quello che può salvarci è un po' consapevolezza e soprattutto, un po' di ironia
By clyde, at 1/10/07 22:46
niente consapevolezza, niente ironia.
Siamo tipizzati, controllati, gestiti come un gregge; si, anche voi che pensate di essere unici. non lo siete, non illudetevi.
La vera illusione, forse, è quella di credere che avremo tutti un bel posto pulito e al caldo, lasciando i posti del cazzo ai meridionali e agli stranieri.
E' giunto il momento, forse, di scendere dal finto trono e ricominciare a mungere le mucche o battere il ferro, o, perchè no, spaccare il porfido, insomma, produrre.
I giorni si susseguono troppo in fretta, la vita è corta e piena di trappole ed è inutile attendere la grande occasione.
Non esiste il lieto fine.
By luigi, at 3/10/07 23:39
sento tanta rabbia e impotenza per lo stato di cose in cui siamo costretti a sopravvivere ma mi rendo conto che il malcontento cresce, che ne siamo consapevoli e forse c'è speranza di rivoluzione come fanno i francesi.Ma perchè noi non siamo capaci di ribellarci? forse non comunichiamo tra di noi?
By Anonimo, at 19/11/07 20:41
Io ho solo 23 anni e devo ancora provare le vostre situazioni di mutuo e company, però mi sembra strano che finora tutti i trentenni che come voi si lamentano di non riuscire ad arrivare a fine mese, sono gli stessi che cambiano cellulare ogni anno, che vogliono sempre le scarpe da ginnastica alla moda della nike da 200 euro, che escono spesso la sera (per mangiare fuori o solo x bere in compagnia o per la discoteca) e tutti gli anni vanno in ferie, che per la casa spendono follie..
Io posso capire che ci sono certe situazioni veramente disperate, ma quando in una coppia si lavora entrambi e si porta a casa un netto di 2000 euro più o meno, forse il problema sono le mani bucate e non il carovita.
Saluti.
By Anonimo, at 21/2/08 15:40
Netto di 2000?
Inizia a lavorare e poi dicci!
By Anonimo, at 29/9/08 18:10
Cara ventitreenne sono una trentenne, sposata da un anno, con un bel appartamentino di 67 mq, un lavoro fisso (una vera fortuna di questi tempi) con una laurea in mano, un lavoro di responsabilità e una paga da donna delle pulizie. Le nostre entrate medie si aggirano a quei famosi 2000 € netti che devono esere però decurtati del mutuo. Le macchine ci costano l'ira di dio tra riparazioni, assicurazioni, benzina, bolli, non cito le bollette varie, in quanto avendo avuto un servizio le pago anche volentieri, insomma per farla breve altro che cellulare alla moda o serate in discoteca.
Cara 23enne ti capisco, perchè fino a qualche anno fa, vivendo con i miei gnitori,anch'io non avevo l'idea di quanti soldi servissero per vivere, mi toglievo i miei sfizi e riuscivo pure a risparmiare; ma sii comprensiva pure tu, valuta meglio quello che vedi intorno e credi alle parole che vengono lasciate su questo blog.
By Lella, at 11/12/08 23:28
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