Le luminarie e la mosca
Le luminarie di Natale accese già nel mese dei morti fanno sempre un po' impressione. Ma non è sul colore blu di quest'anno (che novità!) che mi voglio soffermare, e nemmeno sull'albero di Natale gigante portato con il camion dei trasporti eccezionali. No, non voglio stabilire chi ha ragione tra Bolzano (300 mila euro per illuminarsi a festa) e Riva del Garda (che resterà al buio). Quello che mi sta più a cuore - in questo autunno estivo - è risolvere il problema della mosca, proprio quella che l'altra notte mi ronzava in casa come se fosse agosto. L'ho guardata attentamente e l'ho riconosciuta al volo: era lei, la stessa che avevo risparmiato l'estate scorsa perché, così infreddolita e impedita nei movimenti, poverina, mi aveva fatto pena. Ora che è inverno mi toglie il sonno ronzando vivace sopra il (bzzz!) letto mentre io cerco di dormire. Ecco cosa succede ad essere troppo buoni.
Se la mia mosca sente uno spiffero invernale (dico "mia" perché ormai l'ho addomesticata e ci facciamo compagnia) mi atterra un attimo sul naso, appena un secondo, quanto basta per riscaldarsi e volare via di nuovo. Poi torna il silenzio e io sto lì al buio, immobile, con l'orecchio teso per intercettare ogni suo movimento. Ad un certo punto dico: “Ma dove si sarà cacciata?”. Mi illudo che si sia assopita e proprio in quel momento lei (bzzzz!) ricomincia. Potrei togliermi il fastidio con la forza, usando uno di quei libri che tengo sempre sul comodino, oppure un vecchio giornale ripiegato, ma non ne ho il coraggio perché ancora non mi abbandona il senso di colpa che mi prese quella volta che sterminai una colonia di formiche. Allora lascio che la mia mosca mi tenga sveglio e con gli occhi sbarrati nel buio penso: non ci sarà mica una relazione tra tutte queste luci accese e il caldo strano che tiene il mio piccolo insetto arzillo fino alle feste di Natale?
Se la mia mosca sente uno spiffero invernale (dico "mia" perché ormai l'ho addomesticata e ci facciamo compagnia) mi atterra un attimo sul naso, appena un secondo, quanto basta per riscaldarsi e volare via di nuovo. Poi torna il silenzio e io sto lì al buio, immobile, con l'orecchio teso per intercettare ogni suo movimento. Ad un certo punto dico: “Ma dove si sarà cacciata?”. Mi illudo che si sia assopita e proprio in quel momento lei (bzzzz!) ricomincia. Potrei togliermi il fastidio con la forza, usando uno di quei libri che tengo sempre sul comodino, oppure un vecchio giornale ripiegato, ma non ne ho il coraggio perché ancora non mi abbandona il senso di colpa che mi prese quella volta che sterminai una colonia di formiche. Allora lascio che la mia mosca mi tenga sveglio e con gli occhi sbarrati nel buio penso: non ci sarà mica una relazione tra tutte queste luci accese e il caldo strano che tiene il mio piccolo insetto arzillo fino alle feste di Natale?
5 Comments:
Io ho la cavalletta di Natale! Non verde, marrone, gigante. Pensavo fosse mummificata sul terrazzo ma quando l'ho toccata ha fatto un salto... Da allora, però, non si è più mossa....
By JJ1, at 1/12/06 11:15
c'è chi mi saltare la mosca al naso, bevo la sambuca con la mosca, sto zitto e mosca, pesco con la mosca, ogni tanto credo di essere una mosca bianca oppure vorrei poter essere una mosca, mi capita di fare di una mosca un elefante, mentre i nostri capi fanno le mosche cocchiere, noi continueremo a morire come mosche senza far male a una mosca, in un silenzio così irreale che non si sente volare una mosca, nelle nostre vite piglieremo mosche e resteremo con un pugno di mosche in mano...
By Anonimo, at 1/12/06 11:30
Ah, ci sei...!
P.S. qual è la città più fastidiosa???
(chiedo perdono a tutti per la battuta, non resistevo...)
By ansel, at 1/12/06 11:42
prossimo anno ti presta la mia iguana iguana. Mangia le mosche...
By Anonimo, at 1/12/06 18:14
alorra... la città più noiosa? fammici pensare... forse ora mi sovviene: è... trento? ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha
By Anonimo, at 2/12/06 02:12
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