Sono un grande inquinatore
Guardo un servizio televisivo e salto giù dal divano: parlano di me. Le immagini non lasciano spazio al dubbio, sono io il protagonista di questa notizia, dedicata ai grandi inquinatori che - udite, udite - producono ogni anno una tonnellata di rifiuti non riciclabili, pericolosissimi (lo so benissimo) e soprattutto tremendamente puzzolenti. Spiega - la televisione - che il Comune per smaltire la mia tonnellata - e quelle di molti altri - deve spendere un sacco di soldi.
Una tonnellata, insomma mille chili, mi pare tanto. Così decido di verificare e chiedo a Gretel se - per favore - mi porta l'ultimo carico, quello che devo ancora far sparire, compito mio perché sempre a me toccano i lavori sporchi. Lei va di là in terrazza e torna un po' stupita con una sporta piena di pannolini, cacca e pipì, cioè il prodotto giornaliero del piccolo playboy. Vincendo l'istinto che mi farebbe scappare via prendo in mano il carico e lo metto sulla bilancia: 3 chili e 3 etti. In un anno fanno più di 1.200 chili: non ditelo al sindaco, per favore, ma noi siamo addirittura sopra la media. Il ragazzo è dotato, non vedo l'ora che impari a far da solo per accompagnarlo verso una brillante carriera di recensore di wc. Il prossimo bambino, però, userà i pannolini lavabili in lavatrice: risparmierà il Comune (per lo smaltimento della nostra tonnellata) e risparmieremo anche noi sull'acquisto dei ricambi.
Ma non è finita, manca tutto il trattato sull'arte del cambio: chi, come, dove e quando. Prima di me l'ha descritta (benissimo) Alessandro Baricco, gli interessati possono continuare la lettura qui.
Una tonnellata, insomma mille chili, mi pare tanto. Così decido di verificare e chiedo a Gretel se - per favore - mi porta l'ultimo carico, quello che devo ancora far sparire, compito mio perché sempre a me toccano i lavori sporchi. Lei va di là in terrazza e torna un po' stupita con una sporta piena di pannolini, cacca e pipì, cioè il prodotto giornaliero del piccolo playboy. Vincendo l'istinto che mi farebbe scappare via prendo in mano il carico e lo metto sulla bilancia: 3 chili e 3 etti. In un anno fanno più di 1.200 chili: non ditelo al sindaco, per favore, ma noi siamo addirittura sopra la media. Il ragazzo è dotato, non vedo l'ora che impari a far da solo per accompagnarlo verso una brillante carriera di recensore di wc. Il prossimo bambino, però, userà i pannolini lavabili in lavatrice: risparmierà il Comune (per lo smaltimento della nostra tonnellata) e risparmieremo anche noi sull'acquisto dei ricambi.
Ma non è finita, manca tutto il trattato sull'arte del cambio: chi, come, dove e quando. Prima di me l'ha descritta (benissimo) Alessandro Baricco, gli interessati possono continuare la lettura qui.
Etichette: eco-post
17 Comments:
Incredibile, vero? Sono piccoli ma producono come i grandi!
(ieri non te l'ho detto, ma hai un bimbo stupendo :-))
By mariatn, at 22/12/06 09:14
qs Baricco sa tanto di Benni...e non di yogurt...
By dbdesign, at 22/12/06 09:41
mariatn sul piccolo playboy: nooooooo! eccone un'altra! :-)
dbdesign: ma il trucco dello yogurt a te funziona? a me no...
By ansel, at 22/12/06 10:26
wow! che giubilo tutto sotto l'albero hippie-hiaiaia-ah! parlare di rifiuti adesso è come parlare di corda in casa dell'impiccato. però mi piace. i rifiuti li adoro. di rifiuti c'è chi campa. non pensate ai barboni: quelli rovistando trovano qualcosa per sopravvivere. No, io intendo proprio camparci. e alla grande. perché, se qualcuno ancora non lo sa, i rifiuti sono un grande business. roba da miliardi. e più si ricicla, più si spende (o si guadagna, a seconda da che parte stai). comunuqe, per i curiosoni è consigliabile un giretto su http://www.recycle.net/.
devo cazzeggiare anche sul riciclo del denaro? naaaa... ora lavoro, poi ci si ritrova.
a proposito: GRAZIE per i calorosi saluti di bentornato :) ero solo andato in vacanza per una settimana (in giamaica). ma ora sono tornato, feste permettendo. hippie!
By stefanauz, at 22/12/06 10:50
ops... mi è venuta in mente una cosa: le citazioni. sì, proprio le citazioni, la spazzatura della letteratura. roba da baci perugina, scarti e mangi. ma invece che diventare più forte, ti viene un brufolo sul culo. cioè, per dire che ci si nutre di citazioni per far credere - e magari farlo credere anche a sé stessi - di avere una cultura.
ciò nonostante, le citazioni mantengono un certo fascino. indiscreto e cafone come un cugino che non sopporti, ma che quando se ne va chissà perché ti dispiace...
allora, per tagliare corto, vi ammollo una citazione per oggi, come faccio su myspace: “Non è vero che i mariti, appena vedono una bella donna, dimenticano di essere sposati. Al contrario:
proprio in quei momenti se lo ricordano dolorosamente”. Mark Twain
adios, stupendi!
By stefanauz, at 22/12/06 10:59
Sono appena tornato dalla psicologa. Anche questa volta mi ha raccomandato di scrivere su un foglio le sensazioni e i momenti della giornata che mi creano disagio, "così la prossima volta le analizziamo insieme". "Arrivederci Signor Gallo, cerchi di essere più sereno, vedrà che ce la faremo". Faccio un giro su e.Bay, poi clicco su Ansel. Trovo qualche cosa da copiare, per fregare la dottoressa. Scrivo: Mia moglie mi ha dato dello stronzo perchè le ho chiesto di usare i pannoloni lavabili (dopo l'intervento sono un po' incontinente) Mio figlio, mi ha guardato (non mi parla da due anni) ed è uscito. Arrivato a metà scala ha detto: che c....o dici, oggi, se nel palazzo non c'è nessuno che fa la differenziata, vuoi essere tu il primo c.......e?
Per il resto tutto bene.
Grazie Ansel perchè posso aggrapparmi alla tua signorilità, alla tua eleganza e al tuo umorismo. Vuoi anche tu ottanta euro per la seduta?
Ciao.
By gallonero, at 22/12/06 11:08
il trucco dello yogurt funziona nei primi mesi...poi non sortisce alcun effetto anche perché non mi piacciono gli yogurt coi pezzettoni...
By dbdesign, at 22/12/06 12:41
sapevate che esistono degli studiosi che si occupano di capire tenore e stile di vita delle persone attraverso i rifiuti? no? si chiamano archeologi. ma anche antropologi. dipende solo dalla prospettiva storica. e a questo proposito vi propongo una recensione/articolo. la firma dell'autrice è in fondo.
Dimmi cosa butti via e ti dirò chi sei. È questo, in buona sostanza, il messaggio del documentario «Se la spazzatura potesse parlare», una produzione spagnola del 2003. Il cortometraggio è stato proiettato nella giornata conclusiva di Cinemamabiente, festival dedicato alla filmografia ambientale. I rifiuti che produciamo, dunque, comunicano. Parlano del nostro stile di vita e della natura delle nostre società. Non è un caso che una parte delle informazioni che abbiamo raccolto sulle civiltà del passato discendano direttamente dallo studio delle «discariche» del tempo.
Come un archeologo sui generis, Rafael Nevado, antropologo catalano, studia dal punto di vista sociologico i rifiuti prodotti dagli abitanti di Barcellona. «Negli anni 70 - racconta - la spazzatura non conteneva plastica, vetro, metalli. Oggi, invece, gli imballaggi riempiono le nostre pattumiere e spesso si tratta di materiali non riciclabili». Come a dire, in un certo senso, che la nostra è una «società di plastica». E di disuguaglianze, stando ai risultati delle ricerche del professor Nevado. «Nel quartiere barcellonese di Raval, abitato da persone modeste, la gente butta via soprattutto imballaggi di generi alimentari, specie per bambini, e pochi oggetti, oramai inservibili». Tutto diverso nel benestante distretto di Sarria, dove la spazzatura contiene resti di cibi pregiati e indumenti ancora in ottimo stato. «Finiscono nel cassonetto solo perché sono passati di moda», osserva l'antropologo. La spazzatura di Barcellona, dunque, punta il dito verso i suoi abitanti più ricchi, che producono troppi rifiuti, molti dei quali si potrebbero evitare. E c'è da scommettere che lo stesso valga per la maggior parte delle altre città industrializzate.
Fortuna che, ogni tanto, c'è qualcuno che restituisce all'eternità una parte degli oggetti destinati alla discarica. «Se la spazzatura potesse parlare» racconta la storia di Oriol Pont, un giovane artigiano che passa al setaccio la città in cerca di materiali da riutilizzare. «Alcuni “rifiuti” - racconta - sono considerati tali solo perchè si trovano per strada. Se la gente li vedesse nella vetrina di un negozio, li acquisterebbe senza esitazione». Recuperando oggetti di scarto, Pont realizza burattini meccanici e altre suppellettili per allestimenti teatrali. La sua attività, che somiglia in qualche modo alle ricerche antropologiche del professor Nevado, lo spinge a lanciare una provocazione: «la spazzatura, come ogni altro aspetto della società, si sta via via globalizzando. Ormai produciamo tutti gli stessi rifiuti e, in fondo, anche questa è una perdita di diversità». Non ci resta che imparare, e il prima possibile, a produrre quantità più sostenibili di rifiuti. Altrimenti, non potremo che appellarci alla clemenza degli archeologi del futuro, sperando che il loro giudizio nei nostri confronti sia mite. Perché, come dice Rafael Nevado a metà tra l'amarezza e lo humor, «dobbiamo fare attenzione a quello che buttiamo via, la spazzatura svela molti dei nostri segreti».
(Silvana Santo)
By stefanauz, at 22/12/06 12:44
ora chiudo, belli. non credo riusciremo a risentirci prima del 27... quindi, buon natale a tutti. e uno speciale augurio ad ansel.
besos
By stefanauz, at 22/12/06 12:47
per ansel il grande inquinatore: non ti sei mai chiesto il perché le mosche non ne vogliono sapere di lasciare casa tua nemmeno in inverno inoltrato? Credevi fosse tutta colpa del buco dell'ozono?
...ora noi abbiamo capito
By dbdesign, at 22/12/06 13:50
chicchirichiii .. è tornato gallonero nonostante le minacce di scendere e lasciar volare solo noi superstiti del blog.. sono felice. solo non capisco la sua punta di acida ironia .. sarà come lo yogurt.. un po' scaduto?
By giramondo, at 22/12/06 13:56
Mi scusino gli altri. Mi rivolgo a giramondo. Hai ragione mi comporto da rompi ... Premesso che mi piace veramente il blog di Ansel, non riesco proprio a trattenermi dal manifestare il mio punto di vista rozzo e disincantato (più arrabbiato) rispetto alle visioni serie e pacate, quindi gentili, del nostro scrittore. Sarà perchè sono del millenoventocinquanta (vecchio per mio figlio) comunque sono fatto così.
Per favore, puoi non farmi il verso del gallo? Mi chiamo appunto Gallo (o lì vicino) e così facendo mi riporti indietro negli anni. Periodo brutto, quello per me e adesso si vede; però a volte sono "normale".
Ciao, alla prossima.
By gallonero, at 22/12/06 15:03
Gallonero! non credo che il tuo sia uno sfogo rozzo e neppure disincantato, arrabbiato si.. deluso, scazzato, "zidioso" forse.. ma sicuramente non da collegare all'età. Credo che l'età anagrafica non conti molto.. forse solo per farci capire che comunque, visto che si tratta anche di un conto alla rovescia, sia il caso(ogni tanto) di non prendersi troppo sul serio e di accettare le cose per quello che sono. Ci sono delusioni dietro ogni angolo, incazzature ogni due minuti, ma se ogni tanto ci scappa un sorriso magari anche leggendo qualche post "gentile e pacato" non è grave.. anzi..
Ti auguro un sereno Natale da "normale", cosi' te lo godi più..
Alla prossima..
By giramondo, at 22/12/06 15:46
ma a voi, leggendo stafanauz, non vi sembra di sentire sotto sotto la voce intrigante di "Lucignolo"?
Vi saluto belli... ci rivediamo presto... Stefanauz, we love you .. Buone feste, bello !
By giramondo, at 22/12/06 15:56
Siamo stati tutti dei piccoli produttori di merda.
La mia è tutt'ora di qualità. Giuro!
By Sw4n, at 22/12/06 20:15
Stefanauz: Se tu fossi sposato sapresti che il dolore a cui si riferisce Mark Twain altro non è che la gomitata (o - nei casi peggiori - il calcio nelle palle) della moglie che ti sorprende a guardare un'altra donna...
Gallo: 1950... gallo vecchio fa buon brodo! ;-) Per quegli 80 euro ti mando le coordinate bancarie... !
dbdesign: dici che alle mosche piace lo yogurt???
sw4n: ognuno apprezza la propria, il problema è farla piacere agli altri!
By ansel, at 23/12/06 01:35
Per tutti i neo-genitori, quando si cambia il pannolino e' piu' sicuro mettere il nuovo sotto al vecchio prima di levarlo, cosi' se il pupo fa subito la pipi' si salva il fasciatoio( e comunque ai maschietti e' sempre meglio poggiare un piccolo asciugamano sul pisellino). Io per placare l'ansia da caduta dal fasciatoio tengo sempre aperto il primo cassetto, male che vada cade li'. Sono una normale mamma paranoica.
Baci dolci
By eus, at 2/1/07 15:45
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