Spegnere la lucetta non basta
Gli appelli si moltiplicano: ci hanno chiesto di sostituire le lampadine a incandescenza, cioè quelle normali, con altre a basso consumo e noi l'abbiamo fatto. O meglio: l'ha fatto chi è riuscito ad avere il kit gratis dalla sua società elettrica gli altri non so, perché quelle lampadine durano una vita (più o meno il tempo che ci mettono ad accendersi) ma costano anche venti euro.
Ci hanno detto di tenere il coperchio sulla pentola dell'acqua che bolle e di regolare la fiamma del gas in modo che non sporga da là sotto e l'abbiamo fatto volentieri, anzi già lo facevamo perché la bolletta del gas la paghiamo noi e non ci va di buttare via i soldi, nemmeno quelli del riscaldamento. Così quando ci hanno detto di abbassare un po' il termostato abbiamo ubbidito volentieri, mentre negli uffici i termosifoni vanno a tutto spiano. Ma ognuno è padrone in casa propria.
Ci hanno detto di usare meno l'auto e ognuno fa quello che può: c'è chi va in bicicletta (e respira gas e polveri prodotte dagli altri) e c'è chi ha iniziato a prendere l'autobus. Ma la motivazione vera - nessuno s'illuda - non è l'inquinamento, ma il parcheggio che non si trova se non a pagamento. Quando invece ci hanno detto di premere piano sull'acceleratore hanno sfondato una porta aperta: da quando la benzina ha superato l'euro a fare le corse è rimasto solo qualche giovanotto il sabato sera.
Ci hanno detto di fare la doccia e non il bagno, così consumiamo molta meno acqua calda. E noi l'abbiamo fatto, anche perché non c'era scelta: la vita è frenetica chi trova il tempo di concedersi un bel bagno nella vasca piena di schiuma?
Ci hanno detto di acquistare auto poco inquinanti o - ancora meglio - alimentate a gas metano e chi poteva ha subito eseguito, anche perché con gli euro 0 e gli euro 1 non si può più circolare. E chi non ha i soldi? Nelle città severe come Trento prende la multa, nelle altre fa lo stesso.
Ci hanno detto di spegnere la lucetta rossa della televisione, del videoregistratore e dell'impianto stereo perché - sorpresa! - per tenere accese tutte le lucette rosse d'Italia serve una centrale termoelettrica. E qui è stato più difficile perché abbiamo scoperto che ci sono apparecchi che hanno la lucetta accesa obbligatoria e allora ci chiediamo: ma chi li ha progettati?
Ci hanno detto di comprare i prodotti locali, se possibile, così ci sono meno camion sull'autostrada per portare in giro gli alimenti. E noi l'abbiamo fatto, perché in fondo il latte delle nostre mucche ci sembra anche più buono.
Il primo febbraio ci hanno detto di spegnere la luce per cinque minuti almeno: io e il mio collega P. l'abbiamo fatto e siamo rimasti in redazione al buio ad osservare su internet la Tour Eiffel e il Colosseo che scomparivano. Abbiamo detto: oh! ma poi abbiamo guardato fuori dal palazzo e tutte le finestre (tranne la nostra) erano rimaste accese. Non ci siamo persi d'animo: il 16 febbraio ci riproviamo, sperando di avere compagnia.
Ci hanno detto di costruire le case nuove con gli isolanti migliori: fatto. Di acquistare elettrodomestici che consumano meno : fatto. Di non lasciare le luci accese quando usciamo da una stanza: fatto.
Poi è arrivato un signore ad un convegno sul cambiamento del clima e - presentandosi come uno che dice pane al pane e vino al vino - ha dichiarato: «Ognuno deve fare tutto ciò che può per diminuire i gas serra, causa del riscaldamento della terra». E noi - orgogliosi, con la coscienza a posto - lo ascoltavamo felici mentre aggiungeva: «Ma se la Cina e l'India continueranno a svilupparsi seguendo l'esempio di noi paesi industrializzati non ci sarà nulla da fare». Allora, sconfortati, siamo usciti dalla sala sperando che qualcuno di quei personaggi che nella sua stanza dei bottoni ha un interruttore vero, uno di quelli che spengono città e nazioni intere, si decida finalmente a darci un taglio.
Ci hanno detto di tenere il coperchio sulla pentola dell'acqua che bolle e di regolare la fiamma del gas in modo che non sporga da là sotto e l'abbiamo fatto volentieri, anzi già lo facevamo perché la bolletta del gas la paghiamo noi e non ci va di buttare via i soldi, nemmeno quelli del riscaldamento. Così quando ci hanno detto di abbassare un po' il termostato abbiamo ubbidito volentieri, mentre negli uffici i termosifoni vanno a tutto spiano. Ma ognuno è padrone in casa propria.
Ci hanno detto di usare meno l'auto e ognuno fa quello che può: c'è chi va in bicicletta (e respira gas e polveri prodotte dagli altri) e c'è chi ha iniziato a prendere l'autobus. Ma la motivazione vera - nessuno s'illuda - non è l'inquinamento, ma il parcheggio che non si trova se non a pagamento. Quando invece ci hanno detto di premere piano sull'acceleratore hanno sfondato una porta aperta: da quando la benzina ha superato l'euro a fare le corse è rimasto solo qualche giovanotto il sabato sera.
Ci hanno detto di fare la doccia e non il bagno, così consumiamo molta meno acqua calda. E noi l'abbiamo fatto, anche perché non c'era scelta: la vita è frenetica chi trova il tempo di concedersi un bel bagno nella vasca piena di schiuma?
Ci hanno detto di acquistare auto poco inquinanti o - ancora meglio - alimentate a gas metano e chi poteva ha subito eseguito, anche perché con gli euro 0 e gli euro 1 non si può più circolare. E chi non ha i soldi? Nelle città severe come Trento prende la multa, nelle altre fa lo stesso.
Ci hanno detto di spegnere la lucetta rossa della televisione, del videoregistratore e dell'impianto stereo perché - sorpresa! - per tenere accese tutte le lucette rosse d'Italia serve una centrale termoelettrica. E qui è stato più difficile perché abbiamo scoperto che ci sono apparecchi che hanno la lucetta accesa obbligatoria e allora ci chiediamo: ma chi li ha progettati?
Ci hanno detto di comprare i prodotti locali, se possibile, così ci sono meno camion sull'autostrada per portare in giro gli alimenti. E noi l'abbiamo fatto, perché in fondo il latte delle nostre mucche ci sembra anche più buono.
Il primo febbraio ci hanno detto di spegnere la luce per cinque minuti almeno: io e il mio collega P. l'abbiamo fatto e siamo rimasti in redazione al buio ad osservare su internet la Tour Eiffel e il Colosseo che scomparivano. Abbiamo detto: oh! ma poi abbiamo guardato fuori dal palazzo e tutte le finestre (tranne la nostra) erano rimaste accese. Non ci siamo persi d'animo: il 16 febbraio ci riproviamo, sperando di avere compagnia.
Ci hanno detto di costruire le case nuove con gli isolanti migliori: fatto. Di acquistare elettrodomestici che consumano meno : fatto. Di non lasciare le luci accese quando usciamo da una stanza: fatto.
Poi è arrivato un signore ad un convegno sul cambiamento del clima e - presentandosi come uno che dice pane al pane e vino al vino - ha dichiarato: «Ognuno deve fare tutto ciò che può per diminuire i gas serra, causa del riscaldamento della terra». E noi - orgogliosi, con la coscienza a posto - lo ascoltavamo felici mentre aggiungeva: «Ma se la Cina e l'India continueranno a svilupparsi seguendo l'esempio di noi paesi industrializzati non ci sarà nulla da fare». Allora, sconfortati, siamo usciti dalla sala sperando che qualcuno di quei personaggi che nella sua stanza dei bottoni ha un interruttore vero, uno di quelli che spengono città e nazioni intere, si decida finalmente a darci un taglio.
Etichette: eco-post
4 Comments:
Gallo prevengo il tuo commento: questo post, scritto in realtà per il giornale, è ispirato al tuo commento del 16 gennaio 2007. Grazie! ciao
By ansel, at 11/2/07 11:40
io ce l'ho l'interruttore vero!!!! solo che fin'ora l'ho usato solo per accendere...
By Anonimo, at 11/2/07 15:36
Ssssst! Non parlare di bottoni e interruttori. Se ti sente Larijani si mette in mente di fare clic e ci vaporizza tutti. Però …, potrebbe essere una soluzione.
By gallo, at 11/2/07 18:51
caro ansel,
proprio mentre tu pubblicavi questo post, io ho adempiuto al mio dovere morale. con te avevo un debito e ora l'ho saldato (spero). ieri, mi sono guardato "an inconvenient truth", quel film che mi ero bel bello vinto qualche tempo fa.
lo so, sono un pigrone. lo so, potevo farlo prima. ma quel che importa è che l'ho fatto.
ora, leggere nel tuo post quello che mi è frullato nella testolina tutt'ieri mi sorprende un po', visto che non ci siamo parlati o scritto o attivato trasmissioni telepatiche. ma tant'è. insomma, tornando al film mi vengono subito al volo due considerazioni, ed entrambe lasciano da parte l'aspetto squisitamente filmico. su quello ci torno alla fine.
1. al gore è un bravo politico. riesce a dire cose complicate con semplicità e una buona dose di ironia. poi condisce tutto con l'esperienza personale, la qual cosa - per un pubblico americano - è il massimo del sollucchero. e poi pare proprio che creda in quel che dice. però non si sa se predica bene ma razzola male... insomma, tra i tanti consigli che dà e che tu più o meno hai sintetizzato nel post, non si capisce se lui usa lampadine a basso consumo, se le macchine sulle quali sale sono ibride, se le stanze nelle quali si trova sono correttamente isolate e riscaldate. non si capisce se il fatto che usi un mac anziché un pc dovrebbe renderlo più politically correct, più eco o finisce per farlo apparire soltanto più ruffiano.
2. al gore per due ore di film ci annuncia un disastro planetario. i fiumi si seccano e i mari aumentano il loro livello a causa dello sciogliersi delle calotte artiche. cita dati, studi, mostra grafici tutti "appoggiati" su studi e rilevazioni scientifici. tutto vero? io voglio mantenere da una parte il mio diritto al dubbio, dall'altra però voglio crederlo in buona fede. quindi, ok. per due ore lo ascolto e gli credo. ma la soluzione? scusa, al, dove è la soluzione? chi ferma il mondo? e lui, in pochi secondi, mi dice che: "i governi di tutto il mondo devono usare tecnologie più moderne per limitare i consumi (- tot percento di emissione di co2), spingere la ricerca di energie alternative (- un altro tot percento di emissione di co2)" e altre indicazioni che non ricordo così al volo. comunque, il risultato è stato che in pochi secondi mi ha detto che i governi di tutto il mondo, se si impegnassero, potrebbero riportare il livello di emissioni al livello degli anni '70.
ora mi spiego:
1. perché non l'hanno lasciato vincere. un idealista che comanda il paese più importante per ricchezza e influenza politico-militare del mondo è scomodo e pericoloso;
2. perché non l'hanno più ricandidato. lo sguardo da invasato in effetti faceva venire i brividi.
ma non mi spiego:
1. perché lui giri il mondo (e con quali soldi, tra l'altro) da solo a raccontare il disastro che incombe, ma nessuno lo caga, al punto che deve farsi fare anche un film nella speranza di ottenere più audience;
2. perché con lui non ci sia mai uno straccio di studioso o di ricercatore o di scienziato più o meno celebre che faccia da ulteriori approfondimenti tecnici accreditando maggiormente le sue teorie.
alla fine l'aspetto tecnico filmico. il documentario è ben diretto, ha un buon ritmo e l'alternarsi di materiale d'archivio con quello contemporaneo rende ancor più fruibile il film.
PS: per chi non lo sapesse, è uscito solo in usa e quindi è in lingua inglese con sottotitoli disponibili in inglese, francese, spagnolo.
ma anche per un modesto conoscitore della lingua di shakespeare come me è stato piuttosto agevole seguire i sottotitoli inglesi. al gore, da buon divulgatore, parla piano, con termini semplici si diceva. quindi alla portata di (quasi) tutti.
ora chiedo ad ansel come posso assolvere all'ultima parte del mio compito: cedere a un altro lettore del blog il film.
così vedrò se qualcun altro è d'accordo con me o, se non lo è, quali motivazioni porta a favore di questa "scomoda verità".
By stefanauz, at 12/2/07 15:52
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