I sommelier del latte
Una nuova categoria di sommelier sta crescendo accanto agli esperti del vino che da anni popolano il Trentino: i degustatori del latte crudo. Si possono trovare, armati di bottiglia a collo largo, a nord della città, preferibilmente la sera quando cala il sole e arriva da Aldeno il furgone carico di un centinaio di litri di latte appena munto. Non basta lo sconto (un euro al litro, quando il latte d'alta qualità ne costa in negozio 1,26) a spiegare perché un padre di famiglia prende l'auto e va in periferia a fare il pieno al distributore automatico. E' più probabilmente una reazione allo scippo dell'industria che per anni ci ha fatto credere che il latte sia un prodotto asettico che chissà come esce dalla centrale finito, inscatolato, sterilizzato e senza grassi. Al distributore invece no: si tratta forse del metodo d'acquisto che più avvicina il consumatore alle mammelle della vacca, ad eccezione della stalla che - diciamo la verità - con il suo odore di letame, lo sporco e d'estate anche le mosche farebbe passare l'entusiasmo anche alla naturalista più convinta.
C'è chi, riempita la bottiglia, assaggia subito il prodotto e nonostante sia gelido per esigenze sanitarie si lascia andare e commenta: «Senti, senti che bontà, è ancora caldo!». E poi, magari, il sommelier del latte si spinge oltre commentando l'aroma delle erbe che, dice, percepisce sul palato assaporando l'alimento (non chiamatelo bevanda).
Non deludete mai un sognatore nel pieno della sua attività, ma se in un giorno di novembre sentite un giudizio del genere ("senti l'erba!") sappiate che è falso perché le mucche stanno nella stalla dalla mattina alla sera e quello che mangiano sa di erba molto, ma molto alla lontana. Di erba, e fieno fragrante ne riparliamo quest'estate.
Al sommelier del latte, mentre misura la quantità di grasso (panna!) che gli resta sul palato, lasciate invece la soddisfazione di sapere, lui sì, che cosa beve: il miglior latte in vendita in Trentino è garantito "made in provincia di Trento". Lui invece sa da che stalla viene, forse ci ha portato i figli in visita, e in fondo gli piace immaginare anche la mucca che l'ha prodotto, sia la Sandra, la Helbe o la Rossella.
Sarà una moda, ma c'è gente che si credeva intollerante al latte (pfui, quell'alimento per poppanti) per poi improvvisarsi bianco sommelier, con l'unica controindicazione di correre al gabinetto alla fine di una degustazione troppo abbondante per un improvviso mal di pancia.
Non chiedete mai all'agricoltore se il suo latte (venduto come mucca l'ha fatto, sebbene raffreddato al volo) sia sicuro: «Ma certo - vi risponderà - non è così che sono stati allevati i nostri nonni?». Dimenticherà però di dirvi, perché ormai non ci pensa più, che i nostri nonni morivano quando non avevano nemmeno settant'anni, più o meno quando noi ora andiamo in pensione, spesso dopo una vita di acciacchi passata a mangiare latte e polenta. Se volete togliervi il dubbio rivolgetevi quindi all'agronomo o al veterinario e vi spiegheranno che se la mucca è sana (e lo è perché viene visitata due volte al mese) non c'è problema, basta consumare il latte quand'è fresco prima che cominci a trasformarsi. Chi non se la sente può bollirlo, ma allora (dopo che sono stati uccisi i fermenti che lo rendono vivo) non ha più senso procurarsi il latte appena munto.
Chissà se i bambini che accompagnano i sommelier del latte a fare il pieno credono che il latte sia il prodotto di un distributore automatico, di certo quando cresceranno si renderanno conto che finché vanno a prenderlo a Trento nord non ci saranno camion che portano latte pastorizzato, sterilizzato, scremato o addirittura liofilizzato dalla Germania o dalla pianura padana a bordo di tir che attraversano le Alpi, avanti e indietro. Non ci saranno tonnellate di plastica, vetro o cartone da raccogliere e (quando va bene) da riciclare, ma soprattutto finché gli allevatori guadagneranno un euro per ogni litro di latte (e non 45 centesimi, o ancora meno, come li pagano le industrie) nelle stalle trentine ci saranno mucche e l'estate i bambini potranno andare sui prati per capire - finalmente - da dove viene il latte.
Post scriptum. Per i lettori più attenti: non è un caso se la fotografia mi ritrae mentre brindo, sebbene con un calice pieno di latte: oggi infatti fuoridalpalazzo! compie un anno. Era il 26 novembre dell'anno scorso quando inviai il primo post con le camper nuove di zecca. Poco è cambiato: oggi ho acquistato i lacci nuovi per le camper (sono lunghi 140 centimetri: una rarità), le ho rimesse in sesto con un po' di lucido per scarpe ed eccole pronte di nuovo per esplorare il mondo. Di suola da consumare ce n'è ancora.
Scrivo molto meno di un anno fa, questo è vero, ma internet è già molto affollata, le idee si perdono, meglio scrivere solo quando si ha qualcosa da dire. In compenso ho messo in evidenza il feed rss, in alto nella colonna di destra, per chi non ha tempo da perdere e vuole collegarsi a fuoridalpalazzo! solo quando ho inviato un nuovo post. Non sai cos'è un feed rss? Dai un'occhiata QUI.
Dimenticavo: grazie per le 49.328 visite!
C'è chi, riempita la bottiglia, assaggia subito il prodotto e nonostante sia gelido per esigenze sanitarie si lascia andare e commenta: «Senti, senti che bontà, è ancora caldo!». E poi, magari, il sommelier del latte si spinge oltre commentando l'aroma delle erbe che, dice, percepisce sul palato assaporando l'alimento (non chiamatelo bevanda).
Non deludete mai un sognatore nel pieno della sua attività, ma se in un giorno di novembre sentite un giudizio del genere ("senti l'erba!") sappiate che è falso perché le mucche stanno nella stalla dalla mattina alla sera e quello che mangiano sa di erba molto, ma molto alla lontana. Di erba, e fieno fragrante ne riparliamo quest'estate.
Al sommelier del latte, mentre misura la quantità di grasso (panna!) che gli resta sul palato, lasciate invece la soddisfazione di sapere, lui sì, che cosa beve: il miglior latte in vendita in Trentino è garantito "made in provincia di Trento". Lui invece sa da che stalla viene, forse ci ha portato i figli in visita, e in fondo gli piace immaginare anche la mucca che l'ha prodotto, sia la Sandra, la Helbe o la Rossella.
Sarà una moda, ma c'è gente che si credeva intollerante al latte (pfui, quell'alimento per poppanti) per poi improvvisarsi bianco sommelier, con l'unica controindicazione di correre al gabinetto alla fine di una degustazione troppo abbondante per un improvviso mal di pancia.
Non chiedete mai all'agricoltore se il suo latte (venduto come mucca l'ha fatto, sebbene raffreddato al volo) sia sicuro: «Ma certo - vi risponderà - non è così che sono stati allevati i nostri nonni?». Dimenticherà però di dirvi, perché ormai non ci pensa più, che i nostri nonni morivano quando non avevano nemmeno settant'anni, più o meno quando noi ora andiamo in pensione, spesso dopo una vita di acciacchi passata a mangiare latte e polenta. Se volete togliervi il dubbio rivolgetevi quindi all'agronomo o al veterinario e vi spiegheranno che se la mucca è sana (e lo è perché viene visitata due volte al mese) non c'è problema, basta consumare il latte quand'è fresco prima che cominci a trasformarsi. Chi non se la sente può bollirlo, ma allora (dopo che sono stati uccisi i fermenti che lo rendono vivo) non ha più senso procurarsi il latte appena munto.
Chissà se i bambini che accompagnano i sommelier del latte a fare il pieno credono che il latte sia il prodotto di un distributore automatico, di certo quando cresceranno si renderanno conto che finché vanno a prenderlo a Trento nord non ci saranno camion che portano latte pastorizzato, sterilizzato, scremato o addirittura liofilizzato dalla Germania o dalla pianura padana a bordo di tir che attraversano le Alpi, avanti e indietro. Non ci saranno tonnellate di plastica, vetro o cartone da raccogliere e (quando va bene) da riciclare, ma soprattutto finché gli allevatori guadagneranno un euro per ogni litro di latte (e non 45 centesimi, o ancora meno, come li pagano le industrie) nelle stalle trentine ci saranno mucche e l'estate i bambini potranno andare sui prati per capire - finalmente - da dove viene il latte.
Post scriptum. Per i lettori più attenti: non è un caso se la fotografia mi ritrae mentre brindo, sebbene con un calice pieno di latte: oggi infatti fuoridalpalazzo! compie un anno. Era il 26 novembre dell'anno scorso quando inviai il primo post con le camper nuove di zecca. Poco è cambiato: oggi ho acquistato i lacci nuovi per le camper (sono lunghi 140 centimetri: una rarità), le ho rimesse in sesto con un po' di lucido per scarpe ed eccole pronte di nuovo per esplorare il mondo. Di suola da consumare ce n'è ancora.
Scrivo molto meno di un anno fa, questo è vero, ma internet è già molto affollata, le idee si perdono, meglio scrivere solo quando si ha qualcosa da dire. In compenso ho messo in evidenza il feed rss, in alto nella colonna di destra, per chi non ha tempo da perdere e vuole collegarsi a fuoridalpalazzo! solo quando ho inviato un nuovo post. Non sai cos'è un feed rss? Dai un'occhiata QUI.
Dimenticavo: grazie per le 49.328 visite!
Etichette: info-post
8 Comments:
"Non possono piacere né vivere a lungo versi scritti da bevitori d'acqua"
Anthelme Brillat-Savarin
...quelli scritti dai bevitori di latte invece sono meravigliosi ;-)
Un buon blogcompleanno a te e una torta di baci: esprimi un desiderio e poi soffia sulle candeline! :-)
By eus, at 27/11/07 07:19
Splendido questo brindisi con il latte!!!!
Auguri a te e alle tue Camper...che possano camminare ancora e ancora...suole infinite!!
Trentina all'estero
By Anonimo, at 27/11/07 11:41
Bene. Hai poi trovato infine i lacci giusti! :-)
Buon compleanno al tuo blog ma non si brinda col latte! Nemmeno se crudo e prodotto da vacche trentine doc! Ci vuole il Rotary o il Ferrari!
By mariatn, at 28/11/07 10:29
Un brindisi!
By Bersntol, at 28/11/07 20:27
Eccomi qui, torno dal bagno colto da quel tipico effetto collaterale che colpisce chi esagera brindando con il latte...
grazie a tutti!
P.S. Maria, i lacci non c'erano da Alcide Degasperi, anzi non c'è proprio più Alcide Degasperi in quel vicolo... li ho trovati in via San Pietro dove c'è un negozio di una signora che - dice - ne tiene un ricco assortimento in onore del marito (immagino morto, ma non potrei giurarci) altrimenti converrebbe chiudere baracca... a quel punto - già che c'ero - ne ho comprate due paia, una spazzola, il lucido per scarpe e uno spray per altre scarpe che (ahimé) talvolta uso... insomma ho voluto onorare il marito anch'io...
Quanto al brindisi con Rotari (senza la "y"! o Ferrari) guarda QUA!
By ansel, at 29/11/07 10:50
Ma come? non c'è più Alcide Degasperi nel vicolo??? Mi togli una certezza!
(ma sei andato nel vicolo giusto?)
By mariatn, at 29/11/07 12:52
mariatn: non c'è. sono tornato lì apposta. c'è invece, al suo posto, un cartello AFFITTASI
By ansel, at 29/11/07 18:11
Lo immaginavo. E'diventato ricco e si è trasferito alle Bahamas con la famiglia. C'era sempre la coda da lui.
By mariatn, at 30/11/07 09:03
Posta un commento
<< Home