fuoridalpalazzo

06 luglio 2008

La sfida sulla ciclabile

Bisognerà pur spiegare perché questo blog giace da oltre un mese inanimato. Tutta colpa di una passione antica che è ritornata prepotente e non lascia spazio al resto. Il fatto è che da qualche tempo io e il collega P. ci siamo messi in mente di tornare a scalare i passi dolomitici in bicicletta. Anche uno solo (e poi basta) ma prima dobbiamo farci le gambe sulla pista ciclabile.
Così l'altro giorno ci siamo dati appuntamento al ponte di San Lorenzo e abbiamo iniziato a pedalare verso sud, ritmo tranquillo, scambiando quattro chiacchiere. Ma poiché siamo tipi competitivi quando abbiamo visto sfilare due magliette colorate ci siamo lanciati cercando di metterci a ruota. Sfruttare la scia senza mai dare il cambio può sembrare un atto vile, ma a volte non c’è altro da fare. L’abbiamo scoperto al ponte di Ravina quando i due davanti hanno cominciato a pestare sui pedali. All’incrocio del ponte di Mattarello abbiamo sperato che mollassero un attimo, ma quelli - un’occhiata a destra e una a sinistra - hanno ripreso più di prima. Al piccolo cantiere di Besenello ero sicuro che quel cartello (biciclette a mano) fosse la nostra salvezza, ma le due locomotive hanno superato la ghiaia come fosse il pavè del nord Europa e hanno accelerato ancora.
Per evitare di prendere vento tenevo la mia ruota a cinque centimetri da quella che mi stava davanti, insomma gli stavo nel culo, la distanza minima che abbia mai tenuto da un fondoschiena maschile, ma non mi formalizzavo pur di restare agganciato al treno. Cercavo - dai pochi indizi disponibili - di capire chi avevamo di fronte: polpacci depilati, forcella posteriore al carbonio, bicicletta molto costosa, abbigliamento con gli sponsor. Signori e signori giù il cappello: stavamo tenendo il ritmo di due professionisti. Gente di classe, tanto che quando ci avvicinavamo a una colonna di turisti li avvisavano con un fischio secco perché si togliessero di mezzo.
Su un lungo rettilineo, incrociando gente che correva come noi sul nastro d’asfalto, ho cercato di distrarre il cuore che mi supplicava di fermarmi, immaginando che accade a due ciclisti che a testa basta si scontrano frontalmente a 40 chilometri all’ora più 40 chilometri all’ora. Senza casco.
Incollato lì dietro mi chiedevo cos’era quel bip-bip intermittente che si faceva sentire e si zittiva. Poi l’illuminazione, ricordando gli articoli che avevo letto dal barbiere su Bici Sport: era l’allarme del cardiofrequenzimetro. Ho pensato: tra un po’ gli viene un infarto, gli sta bene. Ma invece di rallentare, al suono del bip-bip lui accelerava perché in realtà era il segnale che non stava faticando abbastanza. Andava a spasso. Troppo per me: quando una Cinquecento riconosce una Ferrari cede il passo. Ad andatura lenta siamo arrivati al Bicigrill di Nomi - io e P. - consolandoci l’un l’altro: è gente che va in bici tutte le mattine, non hanno altro da fare, tipi che lavorano sei ore al giorno, non hanno mica i figli da portare all’asilo, magari fanno gare, sicuramente sono dopati. Già, con la condanna per doping abbiamo chiuso il caso ordinando un te’ al limone perché noi siamo gente che al fisico ci tiene.
Solo cinque minuti dopo, quando è suonato ancora quel bip-bip, ci siamo resi conto che nel tavolo accanto c’erano loro, i due campioni. Ne ho riconosciuto uno dal polpaccio secco e lucido: stavano lì a bere due bicchieri di vino bianco ghiacciato (loro), con i capelli bianchi. Due vecchietti. Si sono alzati per tornare a Trento e ci hanno fatto un cenno come per chiedere se volevamo un altro “passaggio”. No grazie, abbiamo risposto, ci riproviamo il mese prossimo.

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5 Comments:

  • Che tenero che sei! :-))
    Una cosa analoga è capitata anche a mio marito: si è buttato all'inseguimento di un vecchietto che l'ha seminato al bicigrill. Mi sa che era lo stesso!
    Mariatn

    By Anonymous Anonimo, at 9/7/08 11:28  

  • Pedalando in bicicletta accanto a te...
    Ciao Ansel bentornato!
    Trentina all'estero

    By Anonymous Anonimo, at 10/7/08 19:22  

  • Anche a me è successo. Solitamente con amici faccio un giro di circa 50 km ad andatura varia e rilassante. Un giorno abbiamo incontrato un signore che aveva una mbk con le gomme scolpite (noi abbiamo mbk con le ruote lisce). Lui si è aggregato a noi e ci siamo messi a camminare con il suo ritmo. Ma cio è durato per qualche km poi abbiamo rallentato dato che non riuscivamo a stare dietro al "vecchietto".
    Insomma mai fidarsi del capello o delle rughe, soprattutto quando si spostano su 2 ruote.
    Ciao

    By Anonymous luigis, at 18/7/08 09:11  

  • Deve essere pieno in giro di questi "vendicatori" della terza età...
    Mi hanno raccontato un aneddoto di qualche anno fa quando una specie di "vecchietto" si presentava sulle Dolomiti per gareggiare in mountain bike... non contento usava una vecchia bicicletta con parafanghi e portapacchi montato sopra la ruota posteriore (e qui forse entriamo nella leggenda)... ebbene il vecchietto con la bici scassata si toglieva la soddisfazione di battere tutti su traguardo.
    Il suo nome? Maurilio De Zolt, vigile del fuoco bellunese, più conosciuto come "grillo", medaglia d'oro olimpica nel 1994 a Lillehammer quando aveva la bellezza di 44 anni...

    By Blogger ansel, at 22/7/08 00:35  

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