Il meccanico, che paura
Leggo sul giornale che si vendono sempre meno auto (effetto della crisi) ma i meccanici lavorano come mai era accaduto negli ultimi anni per mantenere in sesto le auto vecchie, quelle che fino a qualche tempo fa affidavamo ai commercianti slavi perché le portassero all'Est.
Bisognerà pur parlare, quindi, di questi meccanici, cioè gli uomini con la tuta sporca di grasso a cui affidiamo tremanti la nostra auto, senza osare chiedere un preventivo, sperando che mettendo le mani nel motore non trovino guai peggiori di quelli che noi possiamo immaginare.
Premessa: sono uno di quegli automobilisti che quando l'auto non parte si rimboccano le maniche con far professionale, aprono il cofano di slancio, toccano qua e là a casaccio, provano ancora a mettere in moto (pregando che per qualche motivo sconosciuto la seconda volta parta) e infine, con le mani sporche d'olio, chiamano il meccanico. Ma nonostante non sia un intenditore so per certo che la "parcella" del meccanico (la chiamo così perché l'associo a quella del dentista) è minore quando ci si rivolge all'officina dietro l'angolo, piuttosto che alla grande azienda. Non lo dico io (che pure lo penso), lo dice l'Aci che al caso ha dedicato un'inchiesta sul proprio giornalino.
Avere un meccanico di fiducia è una grande fortuna. Uno a cui portare l'auto, certi che saprà mettere le mani dove serve (e solo lì). Uno che non ci metterà di fronte al fatto compiuto, mostrandoci i pezzi di ricambio già cambiati dopo che aveva trovato nel motore nuove e imprevedibili disgrazie. Per trovare uno così bisogna affidarsi al passaparola. Quindi ci recheremo presso quest'officina di quartiere, con l'insegna Magneti Marelli all'esterno (oppure Fiamm) e saremo presi dal dubbio: saprà quest'uomo prendersi cura della nostra auto, così piena di fili, spie e circuiti? Sarà capace di individuare il guasto in un mondo dove le diagnosi non si fanno più accostando l'orecchio al motore ma leggendo i dati sullo schermo di un computer? Colti dal dubbio avremo quasi la tentazione di tornare indietro per affidarci alla concessionaria, così grande, così rassicurante, dove i meccanici hanno la tuta pulita come il camice di un dottore. E invece no, entriamo in quell'antro scuro chiamato officina e scopriamo che il computer c'è anche lì (c'è dappertutto ormai) e il meccanico lo usa per controllare la centralina. C'è sempre un problema di centralina.
Lì dentro - in quell'officina - voi siete al gradino più basso della scala sociale. In cima c'è lui, il titolare, che esercita il suo potere comportandosi come se voi non foste mai entrati. Parliamo di gente che ha cose ben più importanti a cui pensare. Voi, umilmente, attenderete osservando le chiavi inglesi allineate sulla parete finché qualcuno non vi farà un cenno burbero avvisandovi che è giunta l'ora di parlare. Anzi, di confessare: che diavolo avete combinato alla vostra auto per ridurla in quello stato? Allora voi vuoterete il sacco, racconterete che cosa vi è successo, di tutti i rumori che vi pare di sentire (ma forse è solo un'impressione) e che naturalmente appena accenderete il motore non sentirete più. L'imperatore meccanico vi guarderà scettico (non capite un tubo voi di motori, figurarsi di centraline) e senza farvi domande (perché sprecare tempo con degli incompetenti?) vi dirà di lasciare lì la vettura che penserà a tutto lui. Lasciate pure le chiavi nel cruscotto e toglietevi dai piedi. Avrà capito? Chissà.
Tornerete dopo due giorni e vi diranno che è tutto a posto, che hanno cambiato questo e quello facendovi vedere la parcella, ma voi non ascoltate: siete già lì che spiate l'ultima riga in fondo al foglio, alla rovescia, per sapere quanto vi costerà tutto questo. Vedete un numero e vi sentite quasi sollevati: pensavate peggio. Ma la segretaria del meccanico (che poi spesso è la moglie) vi chiede una cifra superiore. Mancava l'iva. Sulla parete c'è quel cartello minaccioso con la scritta "diritto di ritenzione". Pagate con lo stesso spirito con cui si paga il dottore: purché ci sia la salute, purché l'auto parta la mattina.
Bisognerà pur parlare, quindi, di questi meccanici, cioè gli uomini con la tuta sporca di grasso a cui affidiamo tremanti la nostra auto, senza osare chiedere un preventivo, sperando che mettendo le mani nel motore non trovino guai peggiori di quelli che noi possiamo immaginare.
Premessa: sono uno di quegli automobilisti che quando l'auto non parte si rimboccano le maniche con far professionale, aprono il cofano di slancio, toccano qua e là a casaccio, provano ancora a mettere in moto (pregando che per qualche motivo sconosciuto la seconda volta parta) e infine, con le mani sporche d'olio, chiamano il meccanico. Ma nonostante non sia un intenditore so per certo che la "parcella" del meccanico (la chiamo così perché l'associo a quella del dentista) è minore quando ci si rivolge all'officina dietro l'angolo, piuttosto che alla grande azienda. Non lo dico io (che pure lo penso), lo dice l'Aci che al caso ha dedicato un'inchiesta sul proprio giornalino.
Avere un meccanico di fiducia è una grande fortuna. Uno a cui portare l'auto, certi che saprà mettere le mani dove serve (e solo lì). Uno che non ci metterà di fronte al fatto compiuto, mostrandoci i pezzi di ricambio già cambiati dopo che aveva trovato nel motore nuove e imprevedibili disgrazie. Per trovare uno così bisogna affidarsi al passaparola. Quindi ci recheremo presso quest'officina di quartiere, con l'insegna Magneti Marelli all'esterno (oppure Fiamm) e saremo presi dal dubbio: saprà quest'uomo prendersi cura della nostra auto, così piena di fili, spie e circuiti? Sarà capace di individuare il guasto in un mondo dove le diagnosi non si fanno più accostando l'orecchio al motore ma leggendo i dati sullo schermo di un computer? Colti dal dubbio avremo quasi la tentazione di tornare indietro per affidarci alla concessionaria, così grande, così rassicurante, dove i meccanici hanno la tuta pulita come il camice di un dottore. E invece no, entriamo in quell'antro scuro chiamato officina e scopriamo che il computer c'è anche lì (c'è dappertutto ormai) e il meccanico lo usa per controllare la centralina. C'è sempre un problema di centralina.
Lì dentro - in quell'officina - voi siete al gradino più basso della scala sociale. In cima c'è lui, il titolare, che esercita il suo potere comportandosi come se voi non foste mai entrati. Parliamo di gente che ha cose ben più importanti a cui pensare. Voi, umilmente, attenderete osservando le chiavi inglesi allineate sulla parete finché qualcuno non vi farà un cenno burbero avvisandovi che è giunta l'ora di parlare. Anzi, di confessare: che diavolo avete combinato alla vostra auto per ridurla in quello stato? Allora voi vuoterete il sacco, racconterete che cosa vi è successo, di tutti i rumori che vi pare di sentire (ma forse è solo un'impressione) e che naturalmente appena accenderete il motore non sentirete più. L'imperatore meccanico vi guarderà scettico (non capite un tubo voi di motori, figurarsi di centraline) e senza farvi domande (perché sprecare tempo con degli incompetenti?) vi dirà di lasciare lì la vettura che penserà a tutto lui. Lasciate pure le chiavi nel cruscotto e toglietevi dai piedi. Avrà capito? Chissà.
Tornerete dopo due giorni e vi diranno che è tutto a posto, che hanno cambiato questo e quello facendovi vedere la parcella, ma voi non ascoltate: siete già lì che spiate l'ultima riga in fondo al foglio, alla rovescia, per sapere quanto vi costerà tutto questo. Vedete un numero e vi sentite quasi sollevati: pensavate peggio. Ma la segretaria del meccanico (che poi spesso è la moglie) vi chiede una cifra superiore. Mancava l'iva. Sulla parete c'è quel cartello minaccioso con la scritta "diritto di ritenzione". Pagate con lo stesso spirito con cui si paga il dottore: purché ci sia la salute, purché l'auto parta la mattina.
5 Comments:
paga paga che a restare a piedi c'e' solo da perderci.
a propostio di rottami senti questa, qui in bolivia girano degli autobus pazzeschi roba che uno credeva possibili solo in film o cartoni della walt disney. sta roba e' made in corea, la corea quando se ne deve disfare invece che rottamarli (rottamare evidentemente costa) li regala al cile, il cile grazie agli armamenti ottenuti dall'inghilterra ha tolto lo sbocco sul pacifico alla bolivia quindi la bolivia e' costretta a importare molte merci proprio dal cile.
questi autobus il cile non li tocca nemmeno li gira immediatamente alla bolivia, che in perfetto stile indiano li restaura e li fa girare. il problema e' che il restauro e' piu' estetico che funzionale, i rottami restano rottami lubrificati e alimentati con pessimi lubrificanti e combustibili inquinano in un modo PAZZESCO, ovviamente i mezzi sono logri e proprio per questo ogni tanto saltano i freni o la trasmisssione o lo sterzo o che ne so io e accadono incidente anche molto gravi, (le strade della bolivia tra l'altro sono piuttosto pericolose)
CMQ il nuovo leader maximo boliviano che risponde al nome di Evo Morales e gode di una popolarita' che berlusconi venderebbe un occhio per avere, ha deciso che basta. La bolivia non e' una pattumiera e non riciclera' piu' i rottami altrui, e0 riuscito a spiegare al suo popolo che incidenti e inquinamento sono cose gravi e possibilmente da evitare.
Grabde Evo, l'indigeno filocomunista che pare stia facendo miracoli in bolivia, il 25 votano per la nuova costituzione, pare che passera' a detta dei piu' il progetto e' buono, non lo vogliono solo sono contrari solo i ricchi imprenditori della regione di santa cruz, pero' qualcuno mi ha spiegato che evo il furbacchione dopo aver cambiato la costituzione cerchera' di fare in modo di garantirsi il governo a vita, ha solo 44 anni, l'ha studiata bene.
per la cronaca qui la benzina costa 30 centesimi al litro e con dieci centsimi compri 5 banane, pasto completo al comedor popolar 1 euro!!!! io mangio fragole e ciliege come fossero golden delicius in un pomaro in val di non..... siccome EVO applica il fattore reciprocita' gli americani che vogliono entrare in bolivia devono pagare 130$ per ottenere la visa, in centrosudamerica sono ora 4 i grandi ostili e resistenti allo staropotere USA
LULA brasile CHAVEZ colombia MORALES Bolivia e CASTRO o chi per lui Cuba, non ci resta altro che fare il tifo per loro, resta il fatto che la COCACOLA e' OVUNQUE e qui la personal, ovvero la bottiglia di vetro vuoto a rendere da 190 cl costa dieci cents.....
una sola domanda?¿?¿?¿?
ma quanto ci prendono per il culo in ITALIA.......
By the brother, at 19/1/09 01:56
La fiducia è una cosa seria e io non la do certo al mio meccanico e ai molti altri artigiani che spesso mi presentano il conto scritto su un blocco pubblicitario.
Gallo
By Anonimo, at 19/1/09 08:17
Qui non esistono più!
Solo mega concessionarie raffinate,camici,tanti voilà,merci,madame...e poi non ci capiscono una bella e..!(Ma eva si può dire?)
Anche perchè i meccanici sono tutti ragazzotti che secondo me non hanno mai visto un motore prima,immaginati una centralina!;¤)
Trentina all'estero
By Anonimo, at 19/1/09 18:27
T. all'estero: ma no! i ragazzi vedono solo la centralina e non capiscono niente di motore!!
By ansel, at 21/1/09 10:05
Hai ragione...ma sul video dell'aggeggio per la centralina ci giocano a Super Mario!;¤)
T. all'estero
By Anonimo, at 21/1/09 12:57
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