Per trovare un bagno biblioteca non devo fare molta strada: ce n'è uno a casa mia. La
prima regola per un bagno di questa categoria è semplice ma fondamentale: il materiale di lettura deve già essere pronto vicino al wc, perché non sempre c'è il tempo - quand'è ora - di cercare un libro o un giornale adatto al momento. La
seconda regola smentisce il luogo comune secondo cui le opere da leggere in bagno devono essere di infimo livello così - all'occorrenza - si possono usare le pagine quando finisce la carta igienica.
Vergogna! Le letture in un bagno biblioteca devono essere di ottima qualità e che nessuno si sogni mai di usare le pagine per altri scopi (anche perchè la carta ruvida dei libri o patinata delle riviste sotto quel profilo vi lascerà del tutto insoddisfatti).
La qualità dell'opera è importante perché in quell'istante - oltre alla lettura - avrai altri pensieri. Nel mio bagno biblioteca la lavatrice è un'ottima scrivania, all'occorrenza anche per il computer portatile, e lì sopra, se ti capiterà di essere mio ospite, avrai a tua disposizione una raccolta di racconti di Dino Buzzati (
Sessanta Racconti) che trovo siano della lunghezza giusta. Ti consiglio Sette piani, l'odissea di un malato dai piani alti a quelli più bassi (e tristi) di un prestigioso ospedale d'altri tempi: potrai calcolare, scendendo un piano alla volta verso l'inferno, quanto tempo ti rimane e saltare all'occorenza qualche riga.
Se sei un tipo veloce ecco per te
Marcovaldo di Italo Calvino. Novelle brevi - una per ogni stagione - per bisogni più che urgenti: linguaggio semplice per non impegnarti troppo ma, se ti lasci trasportare dalla metafora, grande contenuto, alla scoperta delle avventure di un uomo buono nella città tentacolare.
Se invece sei un tipo lento prendi tutto il tempo che ti serve e avventurati in un libro che certo avrai letto ma - se ti ha fatto vibrare le corde giuste, fatto non scontato - ti piacerà rileggere:
La versione di Barney. Lasciati guidare dalle sottolineature della mia copia e, dove i tratti di matita si fanno più frequenti e decisi, troverai il passaggio in cui Barney Panofsky ordina una zuppa di granchio (che gli fa schifo) pur di impressionare la spettacolare Miriam (io me l'immagino così, con il suo vestito di chiffon azzurro) nella prestigiosa Prince Arthur Room di Toronto che cominciava a girare (virtualmente) per i troppi bicchieri di champagne: cazzo, cazzo, cazzo, tanto per citare l'autore alla lettera. E se tutto questo ti sembra ridicolo (giusto per rendere omaggio al ricco pubblicitario francese Frédéric Beigbeder, autore di
L'amore dura tre anni, titolo che egli spera con tutto il cuore di smentire per vivere finché morte non lo separi dall'amata Alice) ebbene se tutto questo ti sembra ridicolo, caro lettore di questo blog, vai al
diavolo! Sappi solo che nel mio bagno non ti ritroverai mai costretto a leggere - per la disperazione - le istruzioni di un
detersivo o di un prodotto
anti calcare.
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