Il nonno di Heidi
Può capitare che due genitori fuori moda e fuori dal tempo facciano vedere Heidi al loro figliolo, invece di Nemo o Winnie the Pooh, perché quel cartone animato d'altri tempi non l'hanno mai dimenticato.
Può capitare che un bambino di due anni, a forza di guardare Heidi, immagini un mondo fantastico dove i monti sorridono, le caprette fanno ciao e d'inverno si va a scuola con la slitta.
Può capitare che in un sabato d'autunno i due genitori fuori moda carichino in auto il piccolo pastore promettendogli una giornata memorabile perché andranno in montagna a vedere Heidi, Peter, il nonno di Heidi, le mucche e le caprette che scendono a valle dopo un'estate trascorsa in cima ai monti.
Può capitare infine che il piccolo, di fronte a tale promessa, si addormenti felice sognando i campanacci delle mucche e si risvegli ai margini di un prato di montagna, in mezzo a una piccola folla di turisti, mentre giunge da lontano (ma sempre più vicino) l'inconfondibile "din-don" che annuncia l'arrivo di una mandria. Ed è lì - mentre le mucche sfilano chiassose agghindate a festa con i fiori colorati appesi attorno al collo - che un grido acuto attira l'attenzione del pubblico che smette, ma solo per un attimo, di pigiare i pulsanti delle macchine fotografiche: "Nonno Heidiiiiii!". I turisti ridono (c'è ancora qualcuno che crede alle favole) e si chiedono chi possa essere quel nonno invocato a pieni polmoni da un bambino di città.
La sfilata continua. Ci sono le vacche bianche del passo San Pellegrino che ondeggiano come ballerine di cabaret con una gigantesca stella alpina appesa sopra il capo. Ecco le mucche della provincia autonoma di Trento con lo stemma dell'aquila agganciato in mezzo agli occhi, quelle di Agordo con enormi campanacci che risuonano potenti nella piana di Falcade. Ma il piccolo cittadino non si arrende (è troppo giovane, ancora non sa cosa sia lo scherno) e richiama l'attenzione su un vecchio che là in fondo (perché nessuno l'ha notato?) accompagna le sue bestie bilanciando il peso sugli scarponi da montagna stretti nei lacci rossi: "Nonno Heidiiiiiiii!". I turisti lagunari, giunti in quota la mattina e decisi a tornare a casa prima che cominci il campionato, si danno di gomito: Heidi, chi se la ricorda più? Ma lui no, il vecchio dell'Alpe, prende sul serio quel richiamo, affida le bestie al suo giovane pastore e si avvicina alla folla con quegli scarponi dalla suola grossa, la camicia pesante a scacchi e il cappello di lana cotta verde, proprio quello che fa storcere il naso alle cameriere del bar giù in paese quando si presenta a bere un bicchiere. Ma oggi no, questo è il suo giorno e il vecchio con quella sua barba bianca (è proprio lui!) si fa largo tra la gente per vedere chi lo chiama. Ed è in quel preciso istante che da là sotto, in mezzo a tutte quelle gambe, parte il terzo richiamo ancora più disperato: "Nonno Heidiiiiiii". Allora lui, il vecchio dell'Alpe, proprio quello che in città raccontava le storie di montagna dipinto sullo schermo del computer, solleva quel bambino biondo come se fosse un agnellino e se lo prende in braccio: "Ciao - gli dice - vuoi salire sulle mucche?". Il piccolo è dubbioso, non dice più nulla, fa di no con la testa, troppe emozioni, bisogna pur tenersi qualcosa per la prossima volta, studia il nonno di Heidi come se lo vedesse per la prima volta, lo guarda fisso negli occhi rugosi, è questione di un attimo, appena il tempo di scattare QUESTA FOTO.
Può capitare che un bambino di due anni, a forza di guardare Heidi, immagini un mondo fantastico dove i monti sorridono, le caprette fanno ciao e d'inverno si va a scuola con la slitta.
Può capitare che in un sabato d'autunno i due genitori fuori moda carichino in auto il piccolo pastore promettendogli una giornata memorabile perché andranno in montagna a vedere Heidi, Peter, il nonno di Heidi, le mucche e le caprette che scendono a valle dopo un'estate trascorsa in cima ai monti.
Può capitare infine che il piccolo, di fronte a tale promessa, si addormenti felice sognando i campanacci delle mucche e si risvegli ai margini di un prato di montagna, in mezzo a una piccola folla di turisti, mentre giunge da lontano (ma sempre più vicino) l'inconfondibile "din-don" che annuncia l'arrivo di una mandria. Ed è lì - mentre le mucche sfilano chiassose agghindate a festa con i fiori colorati appesi attorno al collo - che un grido acuto attira l'attenzione del pubblico che smette, ma solo per un attimo, di pigiare i pulsanti delle macchine fotografiche: "Nonno Heidiiiiii!". I turisti ridono (c'è ancora qualcuno che crede alle favole) e si chiedono chi possa essere quel nonno invocato a pieni polmoni da un bambino di città.
La sfilata continua. Ci sono le vacche bianche del passo San Pellegrino che ondeggiano come ballerine di cabaret con una gigantesca stella alpina appesa sopra il capo. Ecco le mucche della provincia autonoma di Trento con lo stemma dell'aquila agganciato in mezzo agli occhi, quelle di Agordo con enormi campanacci che risuonano potenti nella piana di Falcade. Ma il piccolo cittadino non si arrende (è troppo giovane, ancora non sa cosa sia lo scherno) e richiama l'attenzione su un vecchio che là in fondo (perché nessuno l'ha notato?) accompagna le sue bestie bilanciando il peso sugli scarponi da montagna stretti nei lacci rossi: "Nonno Heidiiiiiiii!". I turisti lagunari, giunti in quota la mattina e decisi a tornare a casa prima che cominci il campionato, si danno di gomito: Heidi, chi se la ricorda più? Ma lui no, il vecchio dell'Alpe, prende sul serio quel richiamo, affida le bestie al suo giovane pastore e si avvicina alla folla con quegli scarponi dalla suola grossa, la camicia pesante a scacchi e il cappello di lana cotta verde, proprio quello che fa storcere il naso alle cameriere del bar giù in paese quando si presenta a bere un bicchiere. Ma oggi no, questo è il suo giorno e il vecchio con quella sua barba bianca (è proprio lui!) si fa largo tra la gente per vedere chi lo chiama. Ed è in quel preciso istante che da là sotto, in mezzo a tutte quelle gambe, parte il terzo richiamo ancora più disperato: "Nonno Heidiiiiiii". Allora lui, il vecchio dell'Alpe, proprio quello che in città raccontava le storie di montagna dipinto sullo schermo del computer, solleva quel bambino biondo come se fosse un agnellino e se lo prende in braccio: "Ciao - gli dice - vuoi salire sulle mucche?". Il piccolo è dubbioso, non dice più nulla, fa di no con la testa, troppe emozioni, bisogna pur tenersi qualcosa per la prossima volta, studia il nonno di Heidi come se lo vedesse per la prima volta, lo guarda fisso negli occhi rugosi, è questione di un attimo, appena il tempo di scattare QUESTA FOTO.
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