Un regalo "senza se"
Stavamo lì, io e mio figlio di tre anni, fuori dal supermercato, io con la bicicletta in mano e lui sul seggiolino, quando ci ha avvicinato un tizio da dietro, uno con la faccia scura che non saprei meglio definire, uno di quelli che tutti noi, per pigrizia o ignoranza, chiamiamo semplicemente zingari, oppure nomadi quando vogliamo essere gentili, senza sapere bene che gente sia.
Quella parte di città è una zona ad alto rischio, non si spiega altrimenti la decisione del supermercato di assumere una guardia armata. Ma quando ho alzato lo sguardo cercando la protezione dell'uomo in divisa, munito di pistola, ho visto che aveva già terminato il suo servizio: dovevo cavarmela da solo.
Lo zingaro, che camminava sghembo con l'aiuto di un bastone, ha tirato fuori qualcosa dalla tasca e l'ha avvicinata al mio bambino. Era una piccola giraffa. Uno di quegli animaletti colorati, tenuti insieme da fili elastici, che quando schiacci il bottone sotto il piedistallo chinano la testa e poi le zampe fino ad afflosciarsi senza vita (ma poi all'improvviso si riprendono). L'uomo schiacciava il pulsante e il piccolo rideva. Lui schiacciava e l'altro rideva, poi gli ha messo la giraffina in mano e io mi sono preoccupato: bastardo, ho pensato, ora dovrò comprarla. Ma mentre il piccolo schiacciava il pulsante, felice, alla scoperta di come le giraffe colorate chinano il capo e all'improvviso lo rialzano, lo zingaro si allontanava senza nulla domandare, facendo anzi segno che non c'era nulla da pagare. Pochi secondi dopo era già sparito dietro l'angolo, senza darmi nemmeno il tempo di dire grazie. Ma poiché appartengo a una società di individui tristi e preoccupati (gente tirata su con l'ordine di non accettare le caramelle dagli sconosciuti) l'idea di ringraziare mi è venuta solo dopo una serie di pensieri lugubri e assurdi il primo dei quali era che la giraffa fosse avvelenata, quindi che fosse verniciata con colori cinesi tossici e proibiti e infine (terzo pensiero) che fosse stregata tanto che al solo premerne il bottone saremmo caduti – io e il mio figliolo – in balia dello zingaro senza scrupoli, appostato poco distante. Nulla di tutto questo. L'unica sciagura è stata che la sola persona che ci ha messo in mano un regalo “senza se” non ha ricevuto un grazie in cambio.
Non credete a questa storia? Niente paura, non ci credevo nemmeno io quando abbiamo ricevuto la giraffa nella zona più pericolosa della città (sic!). Allora ho pensato all'ultima volta che avevo regalato qualcosa ad uno sconosciuto, senza volere nulla in cambio, senza nemmeno esserne parente e non mi è venuto in mente niente. Una lacuna – mi sono detto – che doveva essere colmata. Perché certi episodi strani e all'apparenza inspiegabili hanno di buono che sono contagiosi.
Etichette: story-post