fuoridalpalazzo

20 ottobre 2008

Parole al vento

parole al ventoSo già di arrivare ultimo, ma ho scoperto questo sito - wordle - che prende un testo e restituisce un'immagine con le parole più utilizzate in evidenza. Così ho preso un lungo testo di fuoridalpalazzo (in pratica gli story-post, quelli più numerosi) e l'ho inserito nel programma. Il risultato lo vedete. Bello! Peccato che a vedere le parole messe in fila in questo modo, parliamo di 270 mila caratteri, in pratica un libro, pare che non abbia mai raccontato nulla!

P.S. clicca sull'immagine per vederla ingrandita.

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17 ottobre 2008

Candidati presidenti

intervista doppia Lorenzo Dellai Sergio DivinaChi legge da Trento e provincia potrà trovare interessante quest'intervista doppia ai due candidati favoriti per la presidenza della Provincia autonoma di Trento: Lorenzo Dellai (centrosinistra, presidente uscente) e Sergio Divina (centrodestra).

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05 ottobre 2008

Dentro il tunnel


Per chi fosse interessato a sapere qualcosa in più sulla strada del Doss Trento, di cui parlavo in questo post, l'appuntamento è giovedì 9 ottobre alle 17 nelle gallerie sotto il Doss Trento (tunnel bianco). Ci saremo io e Filippo Degasperi a presentare il libro "La strada degli alpini", ma ci sarà soprattutto Franco Martignoni (uno che c'era, uno degli ultimi) a raccontare la storia di cui fu protagonista con l'aiuto delle fotografie dell'epoca. Grazie a chi vorrà partecipare!

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Sudati risparmi

Diciamo la verità: ci hanno raccontato un sacco di panzane. A cominciare da quella sui titoli argentini, quando sembrava che fosse l'investimento più sicuro perché, caro il mio risparmiatore, ha mai visto uno stato intero finire gambe all'aria? Come è andata lo sappiamo. Poi c'è stata quella sulle obbligazioni Cirio e Parmalat, investimenti sicuri perché dietro ci sono le aziende, vacche, latte, pomodori, mica titoli virtuali come quelli della rete. E se non è convinto - caro il mio risparmiatore - guardi un po' questo rapporto: parliamo di aziende AA+, più sicuro di così c'è solo il materasso, parola di grandi esperti che di mestiere leggono i bilanci e sono in grado di distinguere tra le imprese solide e quelle da evitare. Come è andata lo sappiamo.
Infine la panzana sui tassi d'interesse a cui - controvoglia - ho creduto anch'io perché aprire un mutuo a tasso fisso sembrava una cosa da sfigati. Parliamo di cinque, sei anni fa. Nemmeno pronunciarla in banca quella parola, tasso fisso, perché i bancari si voltavano per squadrare lo zoticone che non capisce niente di finanza. Inutile spiegare che il 5 per cento sicuro per dieci anni suonava come un buon affare. Era il periodo in cui il denaro sembrava gratis, bastava avere fiducia e sarebbe andata ancora meglio: firmi qui, tasso variabile e - caro il mio risparmiatore - si assicuri le magnifiche sorti (e progressive) che l'economia ci riserverà nel prossimo futuro. Abbiamo visto, ancora una volta, come è andata e in fondo c'è poco da stupirsi: la strada consigliata dalle banche è quella che si è rivelata più vantaggiosa... per le banche.
Così quando nei giorni scorsi abbiamo visto la nostra banca (la nostra grande e orgogliosa banca col palazzo di mattoni in centro storico! mica quella del cugino americano!) perdere in due mattine un valore di decine di miliardi di euro, ammetto che ci siamo un po' agitati. E leggendo i giornali la mattina ci è cresciuta dentro l'indicibile domanda. Allora siamo andati in quella via del centro per vedere se il palazzo era ancora al suo posto. C'era. C' erano anche gli operai che stavano lavorando - diceva il cartello - per rendere la filiale più confortevole e funzionale. Almeno loro avevano fiducia, proprio come i dipendenti della Lehman Brothers il giorno prima di lasciare l'ufficio con la scatola di cartone fra le mani. Pareva tutto tranquillo, ma poiché l'indicibile domanda si faceva prepotente, ho preso il telefono e ho chiamato un numero verde (che altro dovevo fare?) per chiedere informazioni sulla sorte dei miei quattrini: scusi signorina, che ne sarebbe dei miei (sudati) risparmi investiti in pronti contro termine, l'investimento (parole vostre) più sicuro, se il vostro istituto di credito, insomma la vostra banca, che al momento mi pare un po' in difficoltà, dovesse, diciamo così, giusto per essere chiari, perdoni la schiettezza, FALLIRE? Signore, mi ha risposto, non dica mai più quella parola, nemmeno per scherzo, che poi qualcuno ci crede davvero. Non ha sentito il nostro amministratore delegato alla televisione quando ha detto che siamo liquidi e solidi?
Liquidi e solidi, ha detto proprio così la signorina, che ossimoro fantastico: andatelo a spiegare a uno che, invece della finanza, al liceo ha studiato fisica e matematica. Messa alle strette la signorina ha confessato che i miei pronti contro termine, nel caso di impossibile fallimento (ha pronunciato sottovoce l'oscena parola) li avrei persi per sempre. Ma non dovevo pensare al peggio perché non basta una tempesta finanziaria a mettere in difficoltà un gruppo così grande e poi a difendere le banche italiane, in caso di guai, ci pensa Berlusconi, l'ha scritto anche il giornale. Signorina, riporti tutti i miei soldi sul conto corrente, ho ordinato in preda all'ansia, consapevole che in questo modo avrei perso qualche punto d'interesse. Ma cosa sono gli spiccioli di fronte alla catastrofe? Poi ho chiuso la comunicazione e - poiché io sono un mago della finanza - ho controllato sul telefonino il titolo della mia grande banca che come per miracolo recuperava almeno la metà del valore perso il giorno prima, con un'altalena incredibile, misurabile ancora una volta in decine di miliardi. Per certe cose bisogna esserci tagliati.

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